Anno 2011 Fondazione di Piacenza e Vigevano - Pubblicazione Roberto De Longe
Progetto proprio
La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha dedicato a Roberto De Longe, a poco più di tre secoli dalla scomparsa, un importante volume d’arte. Si è voluto così rendere omaggio a un artista che le cronache del suo tempo chiamavano “il Fiammingo” - in virtù delle sue origini - ma che potremmo considerare piacentino per la sua stabile presenza e la cospicua dote di opere che ha lasciato in città, da quando nel 1685 (dopo il “Grand Tour” lungo la penisola e un lungo soggiorno cremonese) si stabiì a Piacenza, sino alla morte sopraggiunta ventiquattro anni più tardi.
Qui De Longe raggiunse la maturità artistica: le iniziali ascendenze nordiche della sua formazione vennero temperate dalle profonde suggestioni della pittura italiana del Seicento, con una decisiva influenza dei Fasti dipinti da Sebastiano Ricci e Giovanni Evangelista Draghi nel Palazzo Farnese (senza dimenticare le “battaglie” del Brescianino), artisti della corte ducale. Il volume ripropone la ricostruzione della vicenda artistica del pittore, del suo stile, dei suoi riferimenti e di quanti a lui seppero ispirarsi; e ancora, la lettura delle fonti per dar conto delle vicende che lo hanno condotto dalla natìa Bruxelles a diventare un importante protagonista della pittura non solo piacentina, ma dell’area padana a cavallo tra XVII e XVIII secolo.
La pubblicazione porta la firma dello storico dell’arte Ferdinando Arisi, che si è avvaldo della collaborazione di un gruppo selezionato di studiosi in grado di comporre - tassello dopo tassello - un’opera corale, impegnativa, fondamentale per conoscere questo artista venuto da lontano, ma la cui opera pittorica ricorre - come in ben pochi altri casi - nelle chiese, nei palazzi e nei musei di Piacenza e della provincia. Alla premessa biografica Giorgio Fiori fa seguire una ricostruzione di ciò che De Longe ha seminato tra i giovani pittori piacentini, eredi della sua attività e depositari della sua arte; seguono due contributi volti a chiarire le presenze fiamminghe a Piacenza con particolare riferimento al “Cavalier Tempesta”. Raffaella Colace ha assunto il compito di contestualizzare l’attività del pittore in area lombarda, oltre a ricostruirne la fortuna critica. Laura Riccò Soprani e Anna Còccioli Mastroviti hanno sapientemente allargato la prospettiva di studio alla committenza religiosa e a quella nobiliare, elementi indispensabili per comprendere il valore assoluto dell’artista. La nota sulla tecnica pittorica, infine, si deve a Davide Parazzi.
Nel 2011 la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha contribuito al progetto con un sostegno di 30.000,00 €. |