L’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano ha sede nella chiesa barocca dedicata a Santa Margherita. Lo spazio, in grado di ospitare eventi diversificati, è dotato delle più moderne attrezzature e garantisce almeno 130 posti a sedere.
La storia del recupero del complesso monumentale di Santa Margherita è ricca di fascino. A provocare l’interesse fu un articolo del 1963 del prof. Armando Siboni, in cui si annunciava la scoperta di una chiesa paleocristiana pressoché intatta nel sottosuolo della città. Doveva trattarsi della chiesa di Santa Liberata, tassello centrale di una vicenda storica ed architettonica particolarmente ricca e stratificata. Liberata era una santa piacentina il cui cuore, secondo la tradizione confermata da P. M. Campi (1651), sarebbe stato conservato per lungo tempo nei sotterranei di Santa Margherita. Sopra Santa Liberata fu poi costruita un’altra chiesa, intitolata a Santa Margherita. Questa fu demolita alla fine del Seicento e quindi riedificata nell’attuale versione barocca. La chiesa fu definitivamente chiusa al culto nel 1850.
Dal 1900 il complesso di Santa Margherita fu acquistato da privati. In questo periodo, durante un’azione di scavo nei sotterranei, riemerse qualche traccia della cripta: siamo forse di fronte a una delle più antiche testimonianze dei primi tempi del cristianesimo e, sotto il profilo sia artistico sia archeologico, ad uno dei monumenti più importanti e ricchi di testimonianze della nostra città.
Nel complesso architettonico sono infatti visibili più di duemila anni della nostra storia: dall’età romana con il mosaico pavimentale e la colmata delle anfore, proseguendo con l’antico pozzo e la fornace, sino alle tombe longobarde e agli affreschi romanici del XII secolo.
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