Lunedì 25 Marzo 2019 - ilPIACENZA
Illustrato ai “Giovedì della Bioetica” l’editing del genoma
Auditorium Santa Margherita gremito e grande interesse per il primo appuntamento de “I Giovedì della Bioetica” promossi dall’Istituto Italiano di Bioetica - Sezione Emilia Romagna e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Argomento dell’incontro, moderato dal giornalista Gaetano Rizzuto: “Riscrivere il DNA. La rivoluzione in corso nell’ingegneria genetica”. Il tema di grande attualità, affascinante quanto inquietante è stato introdotto dal prof. Giorgio Macellari e illustrato dal filosofo della scienza Telmo Pievani, professore ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche.
Le rivoluzioni nel campo scientifico - evidenzia Pievani - sono rare, ma “l’editing del genoma è uno dei pochi casi”. Queste innovative tecniche d’ingegneria genetica, identificate con l’acronimo “Crispr”, sono diventate realtà principalmente per merito delle scienziate Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna. L’applicazione dei loro studi pubblicata nel 2011 ha avuto diffusione mondiale rapidissima.
In sostanza si tratta “di una forbice molecolare diretta” che consente un intervento mirato e di precisione per la correzione di una sequenza di DNA. Per farlo si usano delle proteine della classe delle nucleasi, che assomigliano a delle forbici molecolari capaci di tagliare il DNA nel punto desiderato. Una volta tagliato, il DNA viene aggiustato dai naturali meccanismi di riparazione della cellula. L’operatività – ha spiegato in termini semplici e figurativi il professore – richiama quella delle correzioni a un testo scritto con il programma di videoscrittura Microsoft Word: si legge, si decide cosa e come modificare, si taglia e si incolla.
Grazie agli sviluppi straordinari delle biotecnologie, oggi la scienza può con una semplicità impressionante, apportare modifiche al patrimonio genetico e riscrivere la vita programmata dalla natura, nelle piante, negli animali e anche apportare modifiche agli embrioni umani. Il “Gene editing” Crispr può correggere la copia mutante di un gene con la versione sana, integrare un’intera sequenza estranea in corrispondenza del taglio, modificare molti geni alla volta.
Vastissime possono essere le ricadute applicative: terapie geniche su cellule somatiche malate, riprogrammazione della risposta immunitaria contro il tumore, più rapidi processi di selezione delle razze animali d’allevamento, innovative biotecnologie vegetali per migliorare le colture senza ricorrere a incroci o trasferimenti genetici (i dibattiti sugli OGM nel settore agroalimentare diventeranno presto argomenti preistorici).
Con la riscrizione del DNA si potranno verosimilmente fare cose fino ad oggi impensabili. Potrebbe ad esempio essere possibile intervenire per arrestare specie in via di estinzione, riportare in vita animali preistorici, creare nuovi modelli di animali; risolvere il problema della malaria responsabile di circa 450.000 morti l’anno, operando attraverso l’accoppiamento sulla fertilità femminile con la possibilità di poter estinguere la popolazione di una specie; ma si sta anche sperimentando la possibilità di disattivare la capacità delle zanzare femmine di trasmettere il plasmodio della malaria.
La tecnica di manipolazione del DNA apre quindi la possibilità di compiere azioni mai fatte in natura con prospettive enormi a beneficio dell’umanità quali il debellare malattie, correggere difetti, potenziare capacità, ma anche sterminare specie viventi e altri interventi con variabili e conseguenze che la scienza non è però in grado di prevedere.
Se tecniche e virus ingegnerizzati per creare vaccini finissero in mani sbagliate pronte a trasformarle in armi batteriologiche? Quindi fino a dove ci si può spingere?
Nuovi dilemmi bioetici si affacciano e vanno discussi con laica saggezza e attenzione ai dati. Gli scienziati devono illustrare le loro scoperte, alimentare dibattiti cosmopoliti con protagonisti scienziati, giuristi, filosofi, movimenti etc. E’ indispensabile un’alleanza tra scienza e società per costruire un consenso ampio e democratico alle decisioni politiche che dovranno essere prese.
La platea dell’Auditorium sollecitata a esprimere un’opinione sull'opportunità o meno di consentire alla Scienza di proseguire sulla rivoluzionaria strada intrapresa, si è espressa favorevolmente (60%).
Prossimo appuntamento giovedì 4 aprile ore 17.30 “DISCRIMINAZIONI DI GENERE NELLE SCIENZE DURE. Uomini contro donne? Relatore Speranza Falciano, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Roma.
Renato Passerini